Bagno Nettuno e Sun Lab a Pitti W

Mentre mi aggiravo tra gli stand di Pitti W ne ho notato uno che era riuscito a portare un po' di spiaggia fino a Firenze. Come? Depositando delle generose quantità di sabbia in alcune vaschette di plastica, simili a quelle che si usano per i cibi da asporto, magari una bella frittura di gamberi e totani guarnita da uno spicchio di limone. E cosa troneggiava in mezzo alla sabbia? Conchiglie colorate? Stecchi di ghiaccioli? No, ciabattine infradito. Rasoterra, minimal al punto giusto grazie all'unione dello stile asciutto delle tomaie - strisce sottilissime che fasciano il piede - e dai materiali di cui erano costituite: morbida vernice o rafia intrecciata. Colore per tutti i gusti, insomma. Magari impreziosite da piccoli charm e altri gustosi particolari. Avevo appena fatto conoscenza con Sun Lab, la capsule collection firmata Bagno Nettuno, e il mio cervellino stava già passando in rassegna la mia collezione di smalti per valutare l'impatto di ognuno dei colori in mio possesso a contrasto col fondo scuro di queste calzature.    

Ma c'è un altro accessorio di cui non riesco a fare a meno tutto l'anno, figuriamoci d'estate: gli occhiali da sole, grandi, da diva, che starebbero benissimo insieme a un paio di queste calzature che sembrano arrivate direttamente dagli anni Settanta. Immaginatele mentre fanno bella mostra di sé sul lungomare versiliano, durante una pigra passeggiata in compagnia di un gelato e una gonna che si muove leggermente alla prima brezza della sera. Bagno Nettuno infatti è anche il nome di uno delle più note stazioni balneari di Marina di Pietrasanta, e questi zoccoli sono legati a doppio filo con la tradizione artigianale di quella zona: nascono così zoccoli con fondi di legno, dal tacco alto o basso, inchiodati a mano con le "sellerine" di rame non trattato. E sandali, che prima di chiamarsi clog avevano ancora la capacità di ammaliare? Varie rifiniture, vari materiali, un tratto comune per ogni singolo pezzo: il legno (trattato in modo che risulti antiscivolo) e l'unicità del prodotto finito che, come annuncia orgogliosamente il logo della ditta, è un prodotto rigorosamente italiano.