It's coffee time
Mentre leggerete io sarò in Germania, come vi avevo anticipato a più riprese.
Quindi questo consiglio scaltro del venerdì mi va di dedicarlo al caffè, bene primario che noi Italiani spesso ci lamentiamo di non trovare all'estero.
In realtà, l'espresso all'estero non è che non si trovi, è che costa l'ira di dio. E siccome a volte ha un sapore simile all'acqua distillata, è meglio lasciarlo lì (ma d'altra parte non ho scordato la pizzeria sotto la mia casa da studentessa a Pisa, dove la pizza era eccezionale ma il caffè ti faceva scordare la bontà di quanto avevi mangiato: il caffè cattivo può prenderti alla gola anche in Italia, in qualsiasi momento).
Davvero, all'estero meglio un caffè americano, o gli ormai classici beveroni nel bicchiere di carta to go, così sai che quello che stai bevendo non è il tuo caffè, ti metti l'animo in pace e non la fai tanto lunga quando ti accorgi che non somiglia per niente a ciò che bevi a casa.
(io di beveroni di fintocaffè ci vivrei, per dire)
E quindi, mentre concludo questo post-lampo su come sopravvivere al caffè estero, vi saluto con le immagini delle tazzine che ci ha regalato un'amica di famiglia: prima di Natale siamo stati a casa sua a cena, siamo rimasti colpiti dalle sue tazzine ispirate al cinema e dopo poche settimane è venuta a trovarci con un piccolo cadeau, che dà un sapore ancora migliore al caffè che quasi ogni giorno beviamo insieme dopo pranzo.
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