Appena entrata alla Stazione Leopolda, ecco il colpo d'occhio che mi attende:
Praticamente il paradiso.
Nella mia testolina mi ero prefigurata una visita accuratissima agli stand dei marchi che amo di più. Da Mecheri a L'Artisan, da Lutens a D'Orsay... Ma non avevo fatto i conti con quello che, a pensarci adesso, mi sembra più che ovvio: più il marchio è importante, più lo stand sarà affollato. E, trattandosi di una fiera molto importante a livello commerciale, oltre ai visitatori come me c'era talmente pieno di buyer internazionali e di altri addetti ai lavori intenti a consultare cataloghi, stringere accordi, firmare contratti, che mi sono sentita in men che non si dica d'intoppo al lavoro altrui.
Certo, una visita ai miei marchi-feticcio l'ho fatta, ho annusato qualche novità, sono stata giustamente ignorata dai responsabili marketing e distribuzione, sono stata attenta a non urtare nessuno con la mia pesante attrezzatura da blogger pendolare.
Sì, per il primo quarto d'ora mi sono sentita veramente fuori posto, lo confesso.
Il mio imbarazzo, però, si è stemperato ben presto. Sarà stato merito della bellissima scenografia a dir poco lussureggiante, o delle varie fragranze che, test su test, si mescolavano nell'aria, a un certo punto, come ubriaca, ho iniziato a vagare con più sicurezza tra gli stand. E ho scoperto cosa mi interessava di più: la sezione Spring, per i marchi emergenti (praticamente realtà di nicchia in un mercato di nicchia) e la sezione Charms, per gli accessori (dove sono andata a "disintossicarmi" dopo una mattinata di superlavoro per il mio naso).
Lì si sono concentrate le mie interviste e le mie foto.
Mi sono soffermata su ogni espositore che mi ha rivolto la parola sorridendo, guardandomi negli occhi con calore, regalandomi un po' del suo tempo e svelandomi aneddoti interessanti sul suo lavoro.
E infine, prima di rimettermi in cammino per incontrarmi alla stazione con Paola e Irene, ho potuto fare una sosta nell'area conferenze per ascoltare, finalmente, Sissel Tolaas.
Questa scienziata/artista norvegese mi affascina da sempre, e naturalmente la sua installazione è stata una delle mie prime mete. In fondo al corridoio della prima foto, infati, si trovava la sua scratch and sniff wall, una parete imbevuta dell'odore della paura, cioè dell'odore del corpo delle persone che si erano sottoposte all'esperimento, estratto chimicamente nel momento in cui subivano un attacco di panico. Come potrete intuire, l'odore di un corpo in difficoltà non è esattamente di rose e di violette, e infatti nel bel mezzo della passeggiata olfattiva all'interno di Pitti Fragranze, a un certo punto il visitatore veniva assalito da un'inconfondibile ventata d'ascella. Ma al centro dello studio di Sissel c'è proprio il concetto di buono vs. cattivo nei confronti dell'esperienza olfattiva dell'essere umano.
Perché alcuni odori sono piacevoli per alcuni e sgradevoli per altri?
Quasi sicuramente perché per alcuni sono legati a esperienze positive e per altri a esperienze negative.
E perché il sudore è un odore che non apprezziamo?
D'altronde, la sua composizione molecolare, il suo dna, per ocsì dire, non è poi così diverso da quello degli odori "buoni". Allora Sissel stabilisce che il naso umano ha solo bisogno di essere educato, e porta in giro per il mondo progetti di varia natura, in cui l'olfatto è comunque al centro.
Nello specifico, il progetto FEAR - La PAURA dell’odore VS l’ODORE della paura, mira alla tolleranza, basandosi sull'apparentemente semplice equazione acccettare l'odore degli altri=accettare gli altri.
Essendo un dato culturale, il gradimento di certi odori varia da Paese a Paese: l'artista ha mostrato foto di reazioni entusiastiche dei visitatori della sua installazione a Pechino, e molto, molto sospettose tra i visitatori statunitensi. La conclusione della conferenza, qui ridotta in pochissime parole, era geniale, come l'intero percorso dell'artista: NOTHING STINKS, BUT THINKING MAKES IT SO.
2 commenti:
Interessantissima zimmia questa parete di paura! Chissà se riuscirò mai ad andarci a questa fiera.
Magari Flo! Quanto ti piacerebbe!! Se il prossimo anno non coincidesse col Sana ci si potrebbe organizzare! :)
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